Via Argine Piave, 7
Salgareda (TV)

Il locale si chiama così perché ha preso il nome di un piccolo pesce di fiume che risaliva la corrente del Piave. Negli anni Cinquanta e Sessanta, dopo pescate le marcandole finivano fritte: e quel semplice “scartosso” accompagnava le serate danzanti sotto il pergolato. La struttura è rimasta la stessa aperta nel 1931, quella che sorge vicino all’argine del fiume sacro alla Patria: gli anni passano, ma l’anima del locale conserva la genuinità dei fondatori pur essendo naturalmente in linea con le attese di una clientela degli anni Duemila. A novant’anni di distanza, infatti, la gestione dei fratelli Alessandro e Roberta Rorato ha trasformato l’antica trattoria in un locale gourmand, l’immobile ha subito i necessari ammodernamenti, è diventato un punto di riferimento gastronomico del Trevigiano. Specializzato nella cucina di pesce e di mare, presenta un ricco menu: solo il piatto del crudo, articolato in undici assaggi (38 euro, 30 la declinazione in cotto) meriterebbe la visita. I piatti sono studiati e curati, d’effetto anche per gli occhi. La cucina ha una memoria antica (la “tecia” di veraci, cozze, scampi, frutti di mare e alici), ma offre sapori contemporanei, come ben dimostrano il risotto ai frutti di mare, salsa d’astice e foglie d’ostrica, i paccheri con gamberi rossi di Sicilia e burrata, gli gnocchi di baccalà, veraci e polvere di capperi. La cantina offre 600 etichette, con spazio soprattutto al territorio, ma l’offerta di vini al calice è consistente. Il conto è attorno ai 75 euro.