— Ai Navigli
Riviera Tiso Da Camposampiero 11
Padova (PD)
Ai Navigli
Turno di chiusura: nessuno
Ferie: variabili
È sospeso fra la sua anima glamour e la sua intima vocazione a fare cose semplici e raffinate. Rispecchia il gusto di Elena Bernardi, la proprietaria, donna che ha dato un’impronta lieve al locale. La cucina, che si avvale dell’estro del cuoco Matteo Pezzuolo ha presupposti solidi…

Ha ridato luce e vita a un angolo di Padova un po’ dimenticato, dal carattere intimo e discreto. La luce del ristorante “Ai Navigli” si è accesa in riva al Piovego, poco lontano dalla Specola di galileiana memoria, in un quartiere dalle vie acciottolate su cui occhieggiano antichi portici. “Ai Navigli” sorge laddove c’era un tempo una corderia. Una bella storia, con un’immagine da sogno a far da simbolo: un tavolo sospeso e avvolto nei veli, il più richiesto naturalmente. Troneggia su un soppalco ricavato a metà della monumentale scala, tratto distintivo del progetto di restauro di questo luogo della vecchia Padova.

“Ai Navigli” è sospeso anche fra la sua anima glamour e la sua intima vocazione a fare cose semplici e raffinate. Rispecchia il gusto di Elena Bernardi, la proprietaria, donna che ha dato un’impronta lieve al locale. La cucina, che si avvale dell’estro del cuoco Matteo Pezzuolo (uno di provata esperienza a certi livelli) ha presupposti solidi ed è basata su una materia d’eccellenza, presentata il più possibile al naturale. La tradizione ittica adriatica è declinata con eleganza e originalità: geniale il nuovo “risi, bisi e ricci”. Da segnalare la grancevola al limone e rosmarino, gli spaghetti cacio e pepe con bottarga e tartare di gambero rosa; il salmone in infusione di tè affumicato. Spesso ci sono varietà rare di ostriche e i prelibati percebes, crostacei di scogliera tipici della Galizia: sembrano cornucopie.

Menu degustazione a 65 e 75 euro. Carta dei vini dominata dalle bollicine, che guarda anche al panorama internazionale.