— Laite
Borgata Hoffe, 10
Sappada (UD)
Laite
Turno di chiusura: mercoledì; giovedì; mai in alta stagione
Ferie: variabili
Fabrizia Meroi, anima e cervello del Laite, rappresenta nella sua cucina la commistione di usi e costumi tipica delle terre di confine, utilizzando ingredienti locali come la selvaggina, i pesci d’acqua dolce, le erbe dei prati, le essenze di montagna, senza però precludersi contaminazioni, anche con territori lontani.

Le Dolomiti sappadine, e la Valle del Comelico che le divide, rappresentano un crocevia culturale tra i più complessi d’Italia: il confine con l’Austria dista poco più di un chilometro dalle sorgenti del Piave, ai margini del territorio comunale, e l’antico borgo di Sappada è punto di congiunzione tra Cadore e Carnia e tra Veneto e Friuli.

Fabrizia Meroi, anima e cervello del Laite, rappresenta nella sua cucina la commistione di usi e costumi tipica delle terre di confine, utilizzando ingredienti locali come la selvaggina, i pesci d’acqua dolce, le erbe dei prati, le essenze di montagna, senza però precludersi contaminazioni, anche con territori lontani. Se la trota salmonata viene accostata al porro bruciato e al giapponese wasabi, alla trota fario, tipica del tratto dei fiumi più vicino alla sorgente, viene invece riservato un ‘abito’ francese: beurre blanc, limone e salicornia. Inebriante la nota balsamica di pino mugo con cui viene impreziosita la tartare di capriolo con mela cotogna; appagante, nella sua rotondità, il classico raviolo di camoscio con semi di papavero.

A condurre le danze nelle due calde salette rivestite di legno antico è Elena Brovedani, figlia di Fabrizia, assistita dal sommelier Ovidio Moldovan, sulle cui spalle ricade l’onere di gestire una carta dei vini imponente, che brilla tanto per ampiezza quanto per profondità. I menu degustazione sono tre: «Plissn» (165 euro); «Asou» (135 euro) e «Verpai» (120 euro). Alla carta si sta sui 100 euro.