Via Alberto Giovanelli, 2
Lonigo (VI)
Non c’è sosta, rallentamento o incertezza, nel cammino dei fratelli Portinari. Cambiano le mode, il settore del cosiddetto fine dining evolve a ritmi sostenuti in Italia e all’estero, ma la loro Peca (‘impronta’, in dialetto veneto) resta sulla cresta dell’onda, con un’offerta oggi più che mai attuale. La cucina di Nicola Portinari brilla per profondità, precisione e limpidezza nei sapori e a queste unisce una digeribilità esemplare, frutto della rinuncia pressoché totale agli ingredienti ‘correttivi’, come lo zucchero e il sale, e agli ‘arrotondamenti’ derivanti dalle aggiunte di grassi animali. # Alla proposta gastronomica à la carte (sui 160 euro), si aggiungono ben quattro menu degustazione: «Vegetale» (180 euro), «Tracce» (195 euro), «Impronte» (235 euro) e «Giorno per Giorno» (quattro piatti a sorpresa a 130 euro). Le combinazioni di ingredienti di provenienza eterogenea, dal mare alla terra, dall’orto alla caccia, danno vita a pietanze memorabili come la verza maturata in osmosi con aglio nero, arachidi e limone fermentato; i falsi ravioli di alga nori ai frutti di mare in ‘cassopipa’; la sella di capriolo con tamarindo, spinacino e aspretto d’erbe. # In sala si muovono con charme e professionalità Pierluigi Portinari nei panni di padrone di casa, la moglie Cinzia alla guida del servizio, Matteo Bressan in veste di sommelier e custode di una cantina monumentale, che abbraccia anche settori apparentemente contrastanti come quello dei vini naturali e quello dei grandi vini dolci bordolesi.
