Messaggero Veneto | 23/09/2015

Una nuova sfida per la cultura dell’ospitalità

di Enzo Vizzari*

Se è vero che fra i non numerosi asset vincenti della nostra economia l’agroalimentare è fra i più vitali, il Nord Est ha tutte le carte in regola per giocare da protagonista. Fino a ieri, forse, del Nord Est virtuoso si parlava soprattutto per sottolineare la vivacità di un’industria capace di innovare e di proiettarsi con efficacia sui mercati del mondo. Meno si esaltavano qualità e potenzialità dell’agroalimentare, fatta eccezione per il vino. Momenti come Gusti di Frontiera servono allora a tener viva la consapevolezza che sulle eccellenze del comparto occorre puntare e investire con maggior determinazione, e che non si vince da soli ma è indispensabile “fare sistema”. Lo si ripete sempre, è diventato un luogo comune, eppure si conta ancora un’impressionante dispersione di risorse in mille iniziative, soprattutto da parte di enti e amministrazioni locali. Pochi sono bravi come noi italiani a fare vino, prosciutti, formaggi… tanti sono più bravi a “vendersi”. E ancor meno bravi siamo nel “vendere” le bellezze dei luoghi che abitiamo e la nobiltà delle culture che abbiamo alle spalle. In questa regione, invece, molto si è fatto e si sta facendo per promuovere la cultura dell’accoglienza, in un territorio “di frontiera” che vive di scambi, contaminazioni, confronti e dove il turista può trovare mille e mille stimoli di ogni tipo. Lancio una provocazione: con l’ovvia eccezione di Venezia e della costa, si toccano con mano un po’ ovunque carenze nelle strutture dell’ospitalità, alberghiera ma non solo, di fronte alla domanda di chi qui è attratto dalle bellezze naturali e dalla bontà dei prodotti e delle cucine. Una nuova sfida.

* direttore delle Guide dell’Espresso

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