
L’Adige / Nicola Guarnieri
Mauro Nardelli, presidente Asat Vallagarina: «Serve un mercato-museo del gusto in città»
Il turismo, diciamo così, d’alto bordo (quello che porta soldi, per intenderci) passa decisamente dalla tavola. A dirlo sono gli studi di settore e, in effetti, se il visitatore viene preso per la gola in un posto ci torna volentieri e spende. L’enogastronomia, d’altro canto, ha già dimostrato anche da noi di essere un volano eccezionale e, soprattutto, spalmata su tutto l’anno non solo nelle stagioni di punta. E spesso e volentieri si abbina all’arte. Basti pensare al ristorante caffetteria del Mart: una propaggine del museo affidata ad un mago dei fornelli, lo chef stellato Alfio Ghezzi. Al di là degli eventi a spot per portare gente in città e in Vallagarina, dunque, serve seguire questa direzione. Di questo, almeno, è convinto Mauro Nardelli, presidente dell’Asat Vallagarina, l’associazione degli albergatori e delle imprese turistiche. E sul tavolo mette un’idea che, nelle intenzioni, dovrebbe relazionarsi proprio con il Mart. Perché anche il cibo, in fin dei conti, è arte. E Nardelli punta a questo, forte dei dati sul turismo culturale che in Italia fanno girare l’economia. Ecco quindi che il referente lagarino dell’Asat si auspica la realizzazione di un «Mercato museo del Gusto», magari allestito negli spazi dell’ex Peterlini.
Ma tutto parte da un progetto più ampio chiamato «Arte, gusto, cultura, paesaggio». Con quale finalità? «La proposta deve far confluire i turisti dalle aree più frequentate della montagna e del lago in un’offerta per un turismo medio alto spendente». Non è un intervento a spot? «Tutt’altro! Partiamo guardando il bicchiere mezzo pieno che è la grande offerta museale e riempire quello mezzo vuoto, investendo su iniziative che possono richiamare persone, turismo tutto l’anno e generare un volano per l’intera economia del territorio». Ma cosa intende con Museo del Gusto? «Un contenitore, un polo, un’aggregazione, un museo mercato permanente, un luogo di condivisione di qualità inteso non solo per cibo o del bere, ma soprattutto per laboratori, percorsi nell’esplorazione dei sensi esperenziali, cooking show delle tradizioni, delle ricette culinarie di percorso trentino, educazione agroalimentare per promuovere uno stile di vita». Non un centro meramente espositivo, quindi? «Anche ma, appunto, non solo. Deve essere un format capace di mettere in vetrina non soltanto i prodotti agroalimentari ma anche i processi e il territorio su cui si sviluppano, offrendo esperienze di ampio respiro in eventi e attività culturali legati al mondo della musica, mostre d’arte, attività museali, artigianali, industria 4.0, università, sport, del sostenibile. Insomma, dove un progetto del gusto diventa integrazione di un’offerta di richiamo, turistica».
Cosa porterebbe alla città? «Un Mercato museo del Gusto sarebbe un grande aggregatore di forze, di identità culturale del territorio in un “sistema” fatto di persone, attività, lavoro, progetti innovativi plurisettoriali come driver, per creare un sviluppo turistico del territorio ad alto valore aggiunto e valorizzare il mondo delle produzioni, superando la logica di sviluppo spontaneistica per far sì che tutte le risorse naturali del territorio diventino parte integrante di un sistema di offerta turistica e di ricaduta economica». Quale sarebbe la location migliore? «Ritengo che sarebbe importante inserire la proposta all’interno di una riqualificazione urbana per contribuire a far rinascere e valorizzare una zona dimenticata. Abbiamo diverse location libere e le conosciamo tutti ma all’amministrazione comunale decidere». Crede davvero che un mercato museo del gusto alzerebbe il Pil locale? «I dati delle varie statistiche ci dicono che l’agroalimentare, l’enogastronomia e il suo prodotto è un souvenir molto ricercato, il turista sceglie un prodotto del territorio come ricordo della propria vacanza o da regalare ad amici e parenti diventando il regalo un grande veicolo di conoscenza, di curiosità, di fidelizzare e fare diventare ambasciatore del territorio, quindi un fattore importante di promozione del territorio assieme alla cultura e alla offerta museale». Secondo lei siamo indietro rispetto a questo particolare settore? «Mi sembra di sì.
È un mercato turistico potenziale per Rovereto e la Vallagarina ancora da soddisfare con una domanda sempre maggiore inespressa di esperienze di contatto con il territorio, in un progetto del gusto dove non basta proporre la visita al monumento o la passeggiata in montagna o il giro in bici o la visita del luogo». Il turista, insomma, va preso per gola? «Il turista vuole entrare in contatto con la comunità e con ciò che esprime il territorio che diventa un luogo dove vivere esperienze, provare emozioni che sono anche quelle di conoscere, assaggiare, gustare un prodotto e con una dimensione più ampia della sensorialità. Non è solo promozione ma anche difesa e tutela ambientale ed economica in una proiezione nel lungo periodo di gestione della destinazione turistica». Peculiarità enogastronomiche in vetrina ma pure piatti da asporto? «Vuole essere un mercato dell’agroalimentare permanente in grado di rispondere alle difficoltà delle piccole e medie aziende stimolando processi di valorizzazione della gastronomia locale e renderle attrattive non solo per il turista ma proprio come destinazione turistica generando una ricaduta economica sul territorio».
L’EVENTO. Ecco «We Food», organizzato da «Guida Venezie a tavola» In viaggio tra le eccellenze locali
Entrare nel cuore della produzione del gusto, toccare con mano le materie prime, scoprire quali passaggi sono necessari per lavorare i prodotti che finiscono sulle nostre tavole, dal cioccolato alla farina, dal vino alla birra, senza dimenticare il mondo delle cucine professionali. Tutto questo è «We-Food», un weekend dedicato alla scoperta delle eccellenze enogastronomiche delle Venezie che, oggi e domani, permetterà a un largo pubblico di visitare 30 «Fabbriche del Gusto» tra Veneto,Trentino e Friuli Vene- zia Giulia.
La manifestazione promossa dalla «Guida Venezie a Tavola» diretta da Luigi Costa e da «ItalyPost», sarà un’occasione unica di turismo industriale ed enogastronomico «diffuso», che permetterà di esplorare i centri di produzione di terre ricchissime di prodotti e materie prime d’eccellenza. In Vallagarina gli amanti del bio avranno l’opportunità di scoprire alcune realtà di eccellenza della Val di Gresta. Tra queste realtà c’è l’Azienda agricola Ivo Gelmini di Valle San Felice che propone delle visite al proprio laboratorio corredate da un racconto dedicato alla trasformazione dei prodotti biologici agroalimentari.
Sempre a Valle San Felice, in località Rinzom, i visitatori potranno scoprire i segreti del laboratorio di prodotti officinali Naturgresta, che utilizza piante appena raccolte e le lavora per produrre integratori alimentari, tinture madri e liquori, ma anche cosmetici, prodotti apistici e oli essenziali. Spostandosi nel bellissimo centro di Rovereto si potrà poi scoprire come nasce un cioccolatino durante i laboratori organizzati dalla Pasticceria Zaffiro che lavora con materie prime genuine selezionate dal territorio. In collaborazione con Naturgresta e con la Pasticceria Zaffiro, inoltre, parteciperà a «We-Food» anche il ristorante Bosco dei Pini Neri di Trabileno che approfondirà nozioni e conoscenze dei prodotti del territorio.