
La brovada è una radice-rapa di grandi dimensioni di forma sferica e cilindrica, di colore bianco con sfumature violacee, particolarmente adatta alla julienne. Il nome, di cui in Friuli Venezia Giulia esistono diverse varianti – broada, broade, brovade, bruade, sbrovada, sbrovade – pare sia di origine longobarda: da breowan, cioè bollire. Dal 2011 la brovada è un prodotto DOP. Le rape, una volta raccolte, si lasciano fermentare per circa un mese, poi si estraggono dal contenitore di fermentazione, si sbucciano, si tagliano a julienne e si confezionano per la commercializzazione. La cottura tipica è lunga e a fuoco lento, in olio e alloro. Nella tradizione culinaria delle aree friulane in cui cresce ed è lavorata (nelle province di Gorizia, Pordenone e Udine, come da disciplinare), la brovada accompagna le carni di maiale, tipicamente il musét. Per secoli, in territorio friulano, questa radice è stata il cibo del popolo, soprattutto nelle annate con raccolti scarsi a causa della siccità e delle avversità atmosferiche: la preparazione della brovada era un modo infatti di conservare per l’inverno e il più a lungo possibile le rape.