
Tra le carni venete troviamo l’agnello d’Alpago, tipico del Bellunese, che rappresenta una varietà ovina senza uguali. Di taglia mediopiccola, con una tipica maculatura scura sul capo e con il “calzino” alle zampe, con una lana ondulata che dal ginocchio sale fino al muso, la pecora dell’Alpago valeva per i suoi agnelli, per il latte da buoni formaggi e per il vello. Oggi sono solo gli agnelli a contare, con la loro carne saporita e tenera, ma compatta, che può prendere un aroma d’erbe aromatiche e che va in tavola accompagnata dalla “patora”, una zuppa densa di mais, orzo e legumi, o dalla “bagòzia”, una polenta di patate, mais e legumi. Slowfood l’ha scelto tra i suoi Presidi, poiché i capi adulti che percorrono la conca tra Chies, Pieve, Tambre, Farra e Puos sono poco più di duemila, tanto che vent’anni fa la Comunità Europea aveva inserito la specie autoctona nella lista di quelle a rischio di estinzione.