Vicolo Corticella San Marco 3
Verona (VR)

Negli ultimi anni il locale della famiglia Gioco è riuscito a scrollarsi di dosso il peso (e forse il pulviscolo?) delle glorie passate e a proiettarsi con convinzione nella contemporaneità, senza tradire le proprie origini ma reinterpretandole come una spinta verso il futuro. Impresa non da poco, basata sul dialogo fecondo tra vecchie e nuove generazioni. In sala Filippo, nipote del leggendario Giorgio Gioco, che innalzò l’insegna di famiglia alle vette della ristorazione italiana, ai fornelli Mauro Buffo, cresciuto tra Gualtiero Marchesi e gli Alajmo, poi girovago tra le cucine dove si è fatta la gastronomia avanguardista (con anche una puntata a El Bulli). Varcata la porta del locale, gli storici ambienti affrescati, organizzati attorno a quinte sceniche dal design moderno, offrono una dichiarazione d’intenti: qui il passato è guardato con l’occhio attento della contemporaneità. Un’idea ben rappresentata anche nei piatti che si susseguono alla tavola, fortemente radicati nella classicità – prova ne sono le salse e i fondi eseguiti con maestria – ma aperti alle contaminazioni e mai didascalici. Abbinamenti confortevoli e massimo controllo: burroso e seducente il pesce affogato alle cozze; ben equilibrati i ravioli di coniglio con topinambur e tartufo, così come la carne salà di cervo con barbabietola e brodo di cipolla. Moderno il dolce: gelato di latte, fragole e rabarbaro. Carta vini vasta e improntata alla classicità. Servizio attento. Un unico percorso degustazione, a sorpresa, in 9 portate a 140 euro.